“Chi ha mai detto che il pubblico non vuole più arte e cultura?“ Questo è ciò che è stato detto dalla 55enne Tina Brown, leggendaria ex-direttrice dei prestigiosi giornali come New Yorker e Vanity Fair.
Dal primo Giugno è, infatti, online il suo sito web www.thedailybeast.com dove lancerà una art section che coprirà a tappeto la scena artistica internazionale. Le sezioni più trafficate sono quelle su pittura, scultura e fotografia Vernissage in musei e gallerie private di tutto il mondo, recensioni, interviste con pittori, scultori e fotografi, ultimi trend artistici e caccia ai nuovi talenti attraverso la collaborazione col sito specializzato http://artkrush.com/current. Questa scelta è stata scaturita da una voglia di andare controtendenza La maggior parte dei giornali cartacei americani hanno chiuso o ridotto drasticamente le loro sezioni artistiche e la Brown punta alla cosiddetta elite global.
Vi è anche un nuovo progetto: un FESTIVAL LETTERARIO A VENEZIA E SUL WEB. Alcuni suoi illustri colleghi sostengono che Venezia è una città morta. «Più è minacciata e più il suo valore aumenta», ribatte lei. «Anche la crociata per salvare Venezia, alla fine, sarà vinta da Internet. Dopotutto rimane la capitale mondiale dell’arte; uno dei centri di cultura più importanti del pianeta ed unica e irripetibile perché mette in mostra da sempre l’arte sublime accanto a quella obbrobriosa. Dal primo Giugno è, infatti, online il suo sito web www.thedailybeast.com dove lancerà una art section che coprirà a tappeto la scena artistica internazionale. Le sezioni più trafficate sono quelle su pittura, scultura e fotografia Vernissage in musei e gallerie private di tutto il mondo, recensioni, interviste con pittori, scultori e fotografi, ultimi trend artistici e caccia ai nuovi talenti attraverso la collaborazione col sito specializzato http://artkrush.com/current. Questa scelta è stata scaturita da una voglia di andare controtendenza La maggior parte dei giornali cartacei americani hanno chiuso o ridotto drasticamente le loro sezioni artistiche e la Brown punta alla cosiddetta elite global.
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